Agosto 30, 2022 - Tullio Scrimali, Polo Clinico ed Universitario degli Erei

Ansia: Significato e Positiva Risoluzione

Oggi si parla molto di ansia. Gli stili di vita contemporanei, troppo veloci, competitivi e frustranti, rendono questo processo, che si palesa nella mente, ma anche nel corpo, sempre più presente, penoso e duraturo, alimentando i fatturati delle industrie farmaceutiche. Gli ansiolitici sono, infatti, al momento, i farmaci più assunti, dall’umanità, con un giro d’affari enorme, nell’ordine di miliardi di Euro. Nei paesi del mondo, cosiddetto avanzato, si stima, infatti, che circa il 10% della popolazione assuma stabilmente benzodiazepine. Parliamo, dunque, di centinaia di milioni di compresse, vendute ogni giorno.

L’ansia, tuttavia, va, innanzi tutto, compresa e poi risolta positivamente, in modo definitivo e duraturo. Diciamo subito, infatti, che essa non è necessariamente un sintomo di qualcosa di patologico, di cui avere paura, ma si tratta, in realtà, solo di un segnale. Cosa ci stia segnalando e quale sia il modo migliore di rispondere a tale messaggio, è un qualcosa da capire, volta per volta. Quindi, pensare di sedare subito l’ansia perché se ne ha paura e non si riesce a gestirla, assumendo ansiolitici benzodiazepinici, al di fuori di una psicoterapia, e del rapporto con uno specialista, appare controproducente e dannoso per la salute.

La natura ci ha provvisti di un sofisticato e, quasi sempre, efficiente sistema di segnalazione, di cui oggi si conoscono dettagliatamente le basi cerebrali (il sistema limbico, la cosiddetta amigdala ed i lobi frontali), collegato soprattutto alla sopravvivenza, ma, anche, al benessere psicofisico, di ogni momento. Questo sistema ci informa in continuazione del fatto che ci siano o meno minacce esterne o problemi interni (per esempio dubbi sul presente, preoccupazioni per il futuro, rimpianti persistenti riguardo al passato). Si tratta, insomma, di un sistema sentinella. Una sentinella, tuttavia, per risultare davvero utile, deve essere equilibrata e molto ben addestrata. Una sentinella fifona, magari una recluta, con scarso o carente addestramento, che dia l’allarme al minimo fruscio, svegliando tutto l’accampamento, non è certo una buona sentinella. Orbene, il sistema limbico, dei soggetti apprensivi, fobici ed ansiosi, è dotato di una sentinella proprio fifona e, per di più, male addestrata.

Sulla base di questa metafora, si comprende come, in ognuno di noi, sia presente un temperamento, determinato su base genetica, che ci rende naturalmente più o meno calmi, più o meno inclini ad esplorare l’ignoto o più o meno apprensivi, per non dire fobici. Però il temperamento, nel corso della storia di sviluppo e di vita, viene modulato dal parenting, ossia dal modo in cui coloro, che si sono presi cura di noi, in particolare, i genitori, ma, anche, i fratelli, i nonni e poi la scuola, la comunità, le chiese, le televisioni commerciali, i social et cetera. Chi è troppo incline ad esperire l’ansia e non sa come gestirla adeguatamente, certamente non ha avuto un buon parenting. Occorrerebbe, quindi, sottoporsi ad un re-parenting, cioè un nuovo processo di programmazione della mente, per sviluppare innovative attitudini di comprensione della realtà e di gestione dei problemi, più equilibrate ed efficienti. Come si ottiene questo risultato? Fondamentalmente collaborando con uno psicoterapeuta, in tempi anche brevi, se si utilizza l’approccio psicoterapeutico, oggi scientificamente più documentato, quale quello cognitivo (vedi: www.tullioscrimali.it).

Ma gli ansiolitici (oggi si utilizzano prevalentemente molecole definite benzodiazepine) sono utili? Si lo sono; ma non curano l’ansia disfunzionale, che, come abbiamo visto, è legata a programmi inadeguati della mente (denominati schemi o vincoli della mente) strutturatisi durante la storia di sviluppo e di vita, sulla base di una predisposizione genetica. Questi psicofarmaci sono solo rimedi provvisori e sintomatici, limitandosi a ridurre il fenomeno ansioso e, soprattutto, le sue componenti somatiche, quali tachicardia, bocca secca, mani sudate, dispnea, irrequietezza, nausea e, talvolta, persino vomito.

Questa azione risulta certamente utile e molto opportuna, in una prima fase del trattamento, a breve termine. È come se una persona non avesse mai imparato a nuotare e debba, per forza, attraversare un guado, con l’acqua alta. Il rimedio più sicuro ed immediato è un salvagente, però il salvagente non insegna a nuotare e, quindi, il problema di questa persona, di non aver mai appreso a nuotare, continua indefinitamente a produrre le sue negative conseguenze, anche dopo che avrà attraversato, con una certa sicurezza, quel singolo guado.

Dunque, se una persona si reca dal medico di famiglia e gli dice di essere ansioso è come se gli raccontasse, alla luce della precedente metafora, di non aver mai imparato a nuotare, nel mare della vita. Allora, il medico gli dice: – Prenda questa pillola e starà bene! – Il paziente la assume e si sente meglio ma non impara affatto a vivere, impara solo a prendere pillole, per tentare di stare meglio! Quindi, appena sospende la terapia farmacologica, il problema si ripresenta. Se, invece, il medico gli dicesse: – Prenda questo ansiolitico ma, nel frattempo, inizi una psicoterapia cognitiva breve – e se il paziente seguisse il suo consiglio, ecco che, in qualche settimana, svilupperebbe nuovi strumenti cognitivi, emotivi e di autoregolazione, per esempio, il biofeedback (www.centroclinicoaleteia.it), che gli permetterebbero di cessare presto e senza problemi, la terapia ansiolitica e muoversi, finalmente a suo agio, nel mare della vita!

A proposito di ansiolitici, i cui esponenti più conosciuti sono oggi il Valium, lo Xanax ed il Tavor, occorre sottolineare che, di recente, la ricerca, fitofarmacologica, cioè dei medicamenti di derivazione vegetale, mette a disposizione delle persone ansiose un nuovo rimedio naturale, il cannabidiolo, derivato dalla cannabis light, molto efficace e sprovvisto di effetti collaterali, comuni invece agli ansiolitici benzodiazepinici, quali spossatezza, sonnolenza, confusione mentale e, anzi, in grado di regolare, in modo naturale, il sistema limbico, l’amigdala ed i lobi frontali, senza produrre sedazione. Ciò, inoltre, può avvenire in pochi minuti, se si utilizza il cannabidiolo liposomiale, che agisce, immediatamente, quando somministrato (due-tre gocce) per via sublinguale. Il cannabidiolo, infatti, nella sua più recente ed avanzata formulazione liposomiale, ad elevata e rapida biodisponibilità, (per esempio NegEnt, cannabidiolo liposomiale in gocce) non solo non rallenta le attività mentali, ma, anzi, potenzia attenzione, concentrazione e memoria, mentre esercita la sua benefica azione tranquillante. Anche in questo caso, comunque, la raccomandazione è di evitare il fai da te ma di farsi seguire da uno psicoterapeuta, possibilmente di orientamento cognitivo. Per una eventuale consulenza professionale, on line, accurata ed economica, su questi temi, si può consultare NegEnt Medical Care.